La Consob, autorità di vigilanza, multa Poste Italiane per avere violato le norme sul conflitto d’interesse e aver spinto i propri clienti verso investimenti inadeguati e costosi.
È passato poco più di un mese dalle sanzioni della la Consob ad alcuni importanti istituti di credito per la violazione delle norme che regolano i conflitti di interesse e ora è la volta di un altro ente, Poste Italiane, cui è stata recapitata una multa di 60.000 euro.
Ancora una volta trasparenza e interesse del risparmiatore sono stati soppiantati dalla condotta scorretta degli ex vertici di Poste Italiane, “rei” di non aver rispettato le norme in materia conflitto d’interesse e valutazione di adeguatezza degli investimenti.
Secondo le indagini della società di vigilanza, tra il 2011 e maggio 2014, «in un contesto in cui il servizio di collocamento risultava focalizzato su prodotti emessi dalle società del Gruppo Poste e dunque già caratterizzato da una situazione di potenziale conflitto di interessi» Poste Italiane «ha compiuto scelte strategiche, riflesse nei documenti riguardanti la pianificazione commerciale ed i sistemi di incentivazione, tali da orientare, in assenza di adeguata valorizzazione degli effettivi bisogni della clientela, la propria attività di commercializzazione su specifici prodotti o categorie di prodotti (prevalentemente caratterizzati da elevate commissioni up-front)».
In sostanza Poste Italiane, per fare i propri interessi economici avrebbe condotto i suoi clienti verso l’acquisto di prodotti finanziari spesso inadeguati, trascurandone profilazione ed esigenze specifiche e costringendoli ad investimenti dai costi elevati.
Dagli accertamenti ispettivi è emerso «il ricorso a disinvestimenti anticipati della clientela effettuati prima della naturale scadenza del prodotto finanziario, strumentali alla utilizzazione delle risorse da essi rivenienti per l’acquisto di altri prodotti a budget in collocamento, determinando così un “effetto sostituzione” degli strumenti finanziari collocati presso gli investitori (c.d. switch), senza che si tenesse conto delle esigenze degli investitori. A fronte di ciò, Poste Italiane S.p.A. ha omesso di gestire tale acuita situazione di conflitto di interessi non evitando che la stessa incidesse negativamente sugli interessi dei clienti e di fatto consentendo il realizzarsi, sul piano operativo dei rapporti con la clientela, di comportamenti non conformi al dovere di agire con diligenza, correttezza e trasparenza».
Una delibera, quella riportata dal Bollettino Consob, piuttosto chiara che non lascia spazio a dubbi o interpretazioni.
Il conflitto d’interesse rimane una tematica scomoda, un tabù dal quale negli ultimi tempi è stato levato il velo del silenzio. Molto è stato taciuto in passato ma ora l’informazione e le possibili alternative alle banche o alle Poste Italiane, come ad esempio i consulenti indipendenti, che al pari di MoneyFarm non ricevono retrocessioni per i prodotti suggeriti ai clienti, possono rappresentare nuove opportunità per gli investitori.
I valori dell’indipendenza e della trasparenza, che spesso sfuggono o vengono sottovalutati, sono una possibile risposta alla condotta scorretta sanzionata dalla Consob. Sta al risparmiatore ora pretendere e scegliere la trasparenza e mettere al riparo i propri risparmi dagli interessi commerciali di terze parti.
Notizia tratta dal portale web http://blog.moneyfarm.com